Portale per una mobilità più sostenibile

iav Binder
Michel Buchmann/iav
 
 

Solo 2,84 kg per 100 km!

Emanuel Binder e i suoi colleghi ingegneri IAV hanno sviluppato un innovativo concetto propulsore. A CNG-Mobility rivela ora i dettagli dell’ibrido denominato Metamax, che vanta un consumo di carburante di soli 2,84 kg/100 km.
Binder - iav La soluzione per un azionamento efficiente presentata dalla società di ingegneria tedesca iav. Fonte: Screenshot/iav Webinar «Vogliamo raggiungere la neutralità sul fronte del CO2 in modo rapido e utilizzando le infrastrutture esistenti. Abbiamo deciso quindi di sviluppare una trazione ibrida a metano per le autovetture destinate a lunghi tragitti», spiega il dr. ing. Emanuel Binder della società tedesca di ingegneria IAV. «L’infrastruttura per il gas e i relativi distributori è già in funzione e, a differenza dell’idrogeno, per esempio, non deve essere realizzata ex novo». Nel progetto della berlina di classe media Metamax, tuttavia, gli ingegneri IAV si sono imbattuti in quattro grosse problematiche e tre le hanno risolte: una trazione ibrida a gas monovalente con un’autonomia di 920 km e un consumo di carburante di soli 2,84 kg per 100 km. Innanzitutto l’autonomia, che attualmente è di circa 450 km con il gas e per il resto con la benzina nel serbatoio di riserva – quest’ultimo eloquentemente soprannominato dagli ingegneri IAV lo «spaventoso serbatoio della benzina». Con Metamax, invece, tale serbatoio viene eliminato del tutto e sostituito da bombole per il gas ad alta efficienza, con una capienza fino a 27,4 kg, che tolgono al conducente qualsiasi paura di rimanere a piedi. Binder Fonte: Michel Buchmann Gli altri problemi incontrati nel progetto riguardavano le elevate emissioni di metano a carico basso e parziale, l’avviamento a freddo e soprattutto la rinnovabilità della fonte energetica utilizzata. «Con una maggiore efficienza e un progetto evoluto per il serbatoio del gas, siamo riusciti di migliorare notevolmente l’autonomia di Metamax. Inoltre, per evitare le emissioni generate durante il funzionamento a carico parziale e inferiore abbiamo usato il sistema ibrido», continua Binder. «Mentre ci scervellavamo su come aumentare artificialmente la temperatura dei gas di scarico per convertire meglio il CH4 residuo allo scarico, abbiamo trovato la soluzione: perché non li evitiamo del tutto spegnendo completamente il bruciatore invece di ammattire per trattarli? E così siamo arrivati al motore ibrido seriale/parallelo». In tal modo il motore a combustione ottimizzato per il CH4, perfetto e senza compromessi, viene alleggerito a basso carico da un motore elettrico. Ciò consente un’efficienza di oltre il 45% e, comunque, un’eccellente prestazione della trazione ibrida, in cui collaborano un motore da due litri da 115 kW/156 CV, due motori elettrici da 40 kW/54 CV ciascuno e una batteria da 2,5 kWh. «Grazie al preriscaldamento del catalizzatore prima dell’effettivo avviamento del motore a combustione, possiamo evitare anche temperature dei gas di scarico inferiori a 550°C e quindi il problema di un ulteriore trattamento del metano», spiega l’ingegnere IAV. Binder iav Il biogas permette di collegare tra loro i diversi settori. Fonte: Screenshot/iav Webinar «In Metamax abbiamo quindi risolto questi tre problemi con un approccio di ingegneria, il che è ancora alla nostra portata», spiega il project manager Binder. Infatti, il quarto punto, ossia l’infrastruttura delle stazioni di rifornimento e la computabilità legale dei carburanti rigenerativi sulle emissioni di CO2 delle flotte, esula dalle competenze degli ingegneri di una delle più grandi società di sviluppo al mondo nel settore della mobilità. Sulle principali innovazioni del progetto Metamax, Emanuel Binder aggiunge: «Sicuramente la precamera attiva, una tecnologia ben nota dalla Formula 1, che ci permette di raggiungere l’efficienza del 45%. E poi, la modifica della posizione di catalizzatore e turbocompressore, che magari non è una buona idea per un motore a combustione puro per via della ripresa, ma che non è un problema per un ibrido grazie alla grintosa spinta elettrica». Nel progetto Metamax, il tubo di scappamento termina circa al centro del veicolo, creando spazio sul retro e permettendo un posizionamento più flessibile delle cinque bombole di gas e della batteria. «Questo ci ha permesso di migliorare notevolmente il ‘packaging’. La massa aggiuntiva per il veicolo di concetto Metamax è di circa 90 kg rispetto ad un veicolo a metano della stessa serie con motore a combustione pura. Principalmente a causa dei serbatoi di gas supplementari», rivela Emanuel Binder. «Adesso abbiamo presentato questa propulsione ibrida a metano per un’autovettura, ma sono ipotizzabili molte altre applicazioni». Secondo gli ingegneri IAV, l’azionamento può essere applicato anche a veicoli commerciali leggeri e pesanti, in particolare ad autobus a lunga percorrenza. «È possibile inoltre una versione ibrida plug-in, al posto dell’ibrido attuale, da ricaricarsi alla colonnina», aggiunge il tedesco. «Trovo, tuttavia, questa soluzione poco conveniente, poiché la batteria dovrebbe essere inutilmente grande, il che significa a sua volta maggiori emissioni di CO2 e maggiori consumi di produzione e utilizzo». iav Gas-Hybrid L'ingegnosa confezione consente di alloggiare fino a cinque serbatoi di gas nella parte posteriore del concetto Metamax, il che aumenta notevolmente la gamma dell'ibrido GNC. Fonte: iav E per quanto riguarda i costi della tecnologia ibrida, l’ingegnere IAV spiega: «Finora i motori a metano sono sempre stati un prodotto collaterale rispetto allo sviluppo dei motori a combustione. Per Metamax ci siamo concentrati per una volta su un motore progettato proprio per il metano. È ovvio che gli elementi ibridi costano, d’altra parte si risparmia su tutti i componenti per la benzina che vengono meno». Il risultato? Un ibrido a gas monovalente con un’autonomia di 920 km, uno scatto da 0 a 100 km/h in 6,9 secondi e una velocità massima di 230 km/h. «Per noi, Metamax con la sua propulsione ibrida a metano non è una tecnologia ponte e nemmeno un sostituto del motore elettrico, quanto piuttosto come un’integrazione, soprattutto in caso di lunghe distanze. Con questo progetto abbiamo dimostrato che non è solo questione di emissioni di CO2, ma anche di basso fabbisogno energetico (primario). Il biometano può fare entrambe le cose, e a brevissimo termine», spiega Emanuel Binder e aggiunge: «riteniamo Metamax una soluzione a lungo termine, perché il metano ricavabile da rifiuti organici sarà sempre disponibile». (jas, 9 novembre 2020) https://www.iav.com/app/uploads/2021/01/038-078-Produktfilm-Metamax-Studie-v5_1080p.mp4

Vi potrebbe interessare anche

Una mobilità più rispettosa del clima:
Rimani al passo con i tempi grazie al nostro profilo LinkedIn!