Portale per una mobilità più sostenibile

Jens Andersen
 
 

«Tutto il gas fossile andrebbe sostituito con il biogas»

L’esperto Jens Andersen spiega perché le soluzioni migliori dipendono dalla competizione tra tecnologie e come mai il traffico pesante e la gestione di flotte celano un enorme potenziale per il CNG.

Jens Andersen

Signor Andersen, perché in materia di CO2 serve una valutazione imparziale rispetto alle tecnologie anziché una ideologica?
Jens Andersen, esperto di tecnologie: Per raggiungere il massimo progresso tecnologico serve il massimo della competizione tra le tecnologie. E quindi anche la competizione tra ingegneri. Se da VW non avessimo praticato consapevolmente questa concorrenza interna, non avremmo mai raggiunto un numero così alto di innovazioni antesignane, o almeno era così ai miei tempi – il modo in cui l’ex presidente del CdA Ferdinand Piëch rinfocolava questa competizione è entrato nella storia. Gli obiettivi tecnologici da economia pianificata non mi piacciono per niente. Su questo punto, la RDT e il suo sistema economico sono stati un esempio paradigmatico negativo nella storia. L’economia pianificata non è un esperimento che vada necessariamente ripetuto. Ma purtroppo la storia si ripete – e con essa gli errori commessi dall’Uomo, me compreso.

È possibile che non sia la propulsione a fare la differenza ma il carburante, che dovrebbe essere rinnovabile?
Esattamente! Non è il motore a combustione in sé il problema ma il carburante utilizzato. Facciamo un piccolo esperimento: immaginiamo di avere un’economia energetica basata sul metano. Immaginiamo di essere nel deserto e di trovare del petrolio, di cui sappiamo che contiene delle sostanze dannose per la salute come il benzolo, il toluolo e lo xilolo. La cancerogenità del benzolo è peraltro dimostrata. Pensa davvero che convertiremmo l’economia al petrolio solo perché zampilla fuori dalla terra praticamente a costo zero? In virtù di questa riflessione continuerò a sollecitare il mondo politico a tener conto dei carburanti rinnovabili in vista della svolta energetica e a consentire così una diversificazione delle tecnologie propulsive.

Che potenziale ha il CNG nella gestione delle flotte?
Sulla base dei tanti colloqui e delle constatazioni di uno dei miei partner d’affari che si occupa del tema dal punto di vista della distribuzione so che anche e soprattutto i gestori di piccole flotte dimostrano grande interesse quando scoprono i vantaggi di questa propulsione. Inoltre le medie imprese possono anche installare un distributore di CNG sul loro terreno. Così possono alimentare i loro veicoli con del metano prodotto in modo sostenibile e praticamente a zero emissioni di CO2. Persino gli investimenti per l’installazione rientrano molto velocemente dato che i collaboratori non trascorrono parte dell’orario di lavoro andando e tornando dal distributore. Il risparmio di tempo e il beneficio economico che ne consegue vengono spesso sottovalutati.

«Non c’è costruttore in grado di pareggiare l’ultima generazione di motori Evo del gruppo VW. Per non parlare poi dei g-tron di Audi per il segmento premium.»

Che potenziale hanno i veicoli utilitari pesanti, secondo lei?
Secondo me, il traffico pesante è l’ambito che più di ogni altro ha le potenzialità per sostituire il gasolio con il metano. Se l’UE deciderà di far confluire il bilancio Well-to-Wheel nel calcolo delle emissioni di CO2 degli autocarri chi li produce sarà indotto a sviluppare ulteriormente i motori a metano. Per rendimento termodinamico, un propulsore concepito appositamente per il metano è paragonabile, se non addirittura superiore, agli attuali motori diesel.

Che atteggiamento ha nei confronti del biogas?
Un atteggiamento estremamente positivo. Vede, in Germania saremmo in grado di ricavare dai rifiuti il biometano necessario a tutto il traffico pesante, anziché far ammuffire la paglia nei campi o di spargervi liquami. Dovremmo sfruttare queste fonti di energia nel traffico, evitando di disperdere nell’atmosfera altro metano, che è un gas serra. In Europa abbiamo un enorme potenziale in termini di utilizzo virtuoso dei rifiuti ma non viene sfruttato.

Il gruppo VW ha la gamma più ampia di veicoli a CNG. A che punto sono gli altri costruttori?
Un piccolo team di idealisti è riuscito a mettere a segno, nel giro di solo due anni, il record assoluto di immatricolazioni di veicoli a CNG facendo leva su una comunicazione e un’opera di informazione potenti. Così sono riusciti a mettere letteralmente all’angolo dei competitor forti. Non c’è costruttore in grado di pareggiare l’ultima generazione di motori Evo del gruppo VW. Per non parlare poi dei g-tron di Audi per il segmento premium. Quanto agli autocarri la situazione è diversa: in questo caso oltre a Scania, una filiale di VW, ci sono delle offerte competitive ad esempio di Volvo o anche di Iveco con soluzioni tecnologiche diverse. Lo stesso vale per gli autobus urbani.

«Si delineano all’orizzonte è giocoforza che la politica smetterà di imporre la propulsione elettrica con la forza. Deve dare all’idrocarburo più pulito, cioè al metano, una prospettiva a medio termine, anche nel settore delle autovetture.»

Cosa dovrebbe succedere per far prendere quota al CNG?
Tutto dipende dalle condizioni generali politiche. A mio avviso, viste la crisi scatenata dal coronavirus e le conseguenze drammatiche per l’industria automobilistica che già si delineano all’orizzonte è giocoforza che la politica smetterà di imporre la propulsione elettrica con la forza. Deve dare all’idrocarburo più pulito, cioè al metano, una prospettiva a medio termine, anche nel settore delle autovetture. Ora la svolta energetica nel settore dei trasporti deve essere guidata affinché faccia dei passi avanti – senza però costringere un’industria fondamentale a seguire a ogni costo la strada delle elettriche al 100 percento, mandandola quasi in rovina. Mi aspetto che presto se ne discuterà intensivamente. Si impone un cambio di rotta, a maggior ragione se si considerano le sfide finanziarie causate dal coronavirus. Non posso che sconsigliare caldamente al mondo politico di farsi influenzare dagli interessi particolari di questa o quella casa automobilistica importante.

Pensa che arriverà il momento del CNG se con la pandemia rallentassero le forniture di parti importanti per la costruzione delle elettriche e se i costruttori e gli importatori perdessero così parte del potenziale di risparmio di CO2 già preventivato?
Ragionando in termini puramente razionali e non dogmatici potrebbe succedere. Non posso che augurarmelo per il bene della popolazione, delle imprese e dell’ambiente. Qui la politica deve intervenire e dare sostegno. Magari troveremo una propulsione a CNG di VW in un veicolo di un altro gruppo automobilistico – non è un’idea così assurda. In tempi di crisi dovremmo essere più uniti.

Che possibilità di sviluppo vede per il CNG inteso come carburante?
Il CNG dovrebbe imporsi in quei segmenti e mercati in cui, in tempi prevedibili, il passaggio alle propulsioni alternative è da escludersi anche solo per questioni economiche. La produzione sostenibile di metano dovrebbe essere accelerata in ogni caso. Inoltre vorrei tanto vedere una concorrenza equa ma dura e voluta dalla politica tra i veicoli elettrici e quelli a CNG, con una valutazione complessiva di entrambe le tipologie, dalla costruzione alla rottamazione. Considerato tutto, non c’è che da guadagnarci.

Che possibilità di sviluppo vede per il CNG inteso come carburante?

Il CNG dovrebbe imporsi in quei segmenti e mercati in cui, in tempi prevedibili, il passaggio alle propulsioni alternative è da escludersi anche solo per questioni economiche. La produzione sostenibile di metano dovrebbe essere accelerata in ogni caso. Inoltre vorrei tanto vedere una concorrenza equa ma dura e voluta dalla politica tra i veicoli elettrici e quelli a CNG, con una valutazione complessiva di entrambe le tipologie, dalla costruzione alla rottamazione. Considerato tutto, non c’è che da guadagnarci.

 «Magari troveremo una propulsione a CNG di VW in un veicolo di un altro gruppo automobilistico – non è un’idea così assurda.»

Lei è un motociclista appassionato. Perché non ci sono moto a CNG?
Oggi la motocicletta viene utilizzata quasi esclusivamente nel tempo libero ed è un prodotto che, a livello emotivo, coinvolge persino più dell’auto. Per questo gli argomenti razionali sono quasi irrilevanti. E poi, a livello ecologico, le moto sono praticamente trascurabili. Per quanto riguarda le due ruote, penso che il loro futuro sarà elettrico e a batteria, visti la brevità dei tragitti e i carichi esigui. Anche a livello tecnico, il CNG non è davvero papabile. Una volta ho sostenuto un progetto esterno per la creazione di una moto con motore diesel a 3 cilindri. Ne è venuto fuori un prototipo fenomenale nei consumi, con una coppia enorme e con un sound a dir poco insolito. O meglio strambo. In effetti una moto a CNG sarebbe una cosa stramba. (kro, 11 aprile 2020)

Leggete anche la prima parte dell’intervista: «La promozione delle elettriche è unilaterale»

Vi potrebbe interessare anche

Una mobilità più rispettosa del clima:
Rimani al passo con i tempi grazie al nostro profilo LinkedIn!